Simone Cristicchi non ha esitato a esprimere il suo malcontento: ha vissuto sotto scorta a causa dell'odio di sinistra, scatenato dalla sua opera teatrale "Magazzino 18", che affronta la delicata questione delle Foibe. In un'intervista a Radio Cusano Campus, il cantautore ha dichiarato: "Ho avuto la scorta in teatro per tre anni e mezzo".

Il ritorno di Cristicchi al Festival di Sanremo, dopo cinque anni di assenza, segna una nuova era per l'artista, che si definisce un "disertore" della musica e del teatro. "Mi considero una scheggia impazzita", ha aggiunto, enfatizzando il forte legame che ha sempre avuto con il suo pubblico per la sua coerenza artistica.

Cristicchi ha spiegato che, nonostante le critiche feroci provenienti da una parte della politica, non ha mai smesso di sentire l'urgenza di raccontare la storia del confine orientale, e l'esodo cristiano dalmata. Questo impegno costante è un prezzo che ha pagato, sia a livello personale che politico, ma per lui è fondamentale dare voce a queste storie spesso dimenticate.

In un panorama musicale e culturale sempre più polarizzato, la sua storia ha sollevato importanti questioni su libertà di espressione e rappresentazione storica. In che modo l'arte può affrontare temi delicati senza rischiare l'ostracismo? Simone Cristicchi continua a dimostrare che, nonostante le difficoltà, la verità e la coscienza artistica devono prevalere.