Siria: escalation militare e appello dell'Onu a Israele
2024-12-10
Autore: Marco
Dopo la caduta del regime di Assad e la conquista di Damasco da parte dei ribelli jihadisti, la situazione in Siria continua a essere instabile. Geir Pedersen, inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, ha dichiarato a Ginevra: "I bombardamenti e i movimenti militari israeliani nel territorio siriano devono cessare immediatamente. Questo è estremamente importante per la stabilizzazione della regione".
Secondo notizie recenti, dal momento dell’annuncio della caduta del regime, l'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riportato circa 310 raid aerei da parte delle forze israeliane. Nella capitale, Damasco, si sono udite forti esplosioni, il che suggerisce un’intensificazione delle operazioni militari.
L'IDF (Israeli Defense Forces) ha negato le accuse di un avanzamento delle sue truppe verso Damasco, sottolineando che le loro operazioni si svolgono esclusivamente all'interno della zona cuscinetto lungo il confine tra Israele e Siria, nelle alture del Golan. Il portavoce dell'IDF, colonnelo Avichay Adraee, ha dichiarato su X che le notizie di movimenti verso la capitale siriana sono "completamente false".
Intanto, la situazione diplomatica si aggrava. La Turchia ha condannato le azioni di Israele, definendo il suo comportamento come una manifestazione della "mentalità di occupazione". Il ministero degli Esteri turco ha enfatizzato che Israele sta violando l'Accordo sul disimpegno del 1974, aggravando ulteriormente le tensioni in un momento in cui si sperava nella possibilità di pace.
Nel frattempo, si sono concluse le ricerche nel carcere noto come "mattatoio" di Sednaya. I Caschi Bianchi hanno comunicato che non sono state rinvenute ulteriori celle o detenuti, dopo le operazioni di ispezione che hanno coinvolto unità cinofile e ricerca di aree nascoste. Questo carcere è tristemente famoso per le torture subite da centinaia di migliaia di prigionieri, la maggior parte dei quali sono stati incarcerati senza un vero processo.
Il leader dei ribelli, Mohammed al Jawlani, ha annunciato che il nuovo governo di transizione diffonderà presto una lista di ex funzionari del regime responsabili di torture e crimini di guerra. Al Jawlani ha promesso ricompense per chiunque fornisca informazioni sui colpevoli, affermando di perseguire i criminali di guerra e chiedere la loro estradizione nei Paesi in cui si sono rifugiati. Ha inoltre confermato l'impegno verso la tolleranza nei confronti di chi non ha partecipato alle atrocità del regime, offrendo amnistia a coloro che hanno servito nel esercito contro la loro volontà.
La situazione in Siria resta molto complessa, con tensioni interne ed esterne che potrebbero sfociare in nuovi conflitti e aggravare ulteriormente le condizioni umanitarie nel Paese.