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Siria: Un conflitto senza fine? La situazione esplosiva tra jihadisti, basi russe e truppe Usa

2024-11-29

Autore: Alessandra

Mentre i jihadisti avanzano verso il sud della Siria e i miliziani entrano nuovamente ad Aleppo, la popolazione è costretta a fuggire per sfuggire a un'altra ondata di violenza. La Russia intensifica i bombardamenti su Idlib, roccaforte dei ribelli anti-Assad, e la Turchia esprime preoccupazione per l'escalation dei raid aerei, chiedendo una rapida cessazione delle operazioni militari. Nel frattempo, l'Iran ribadisce il suo sostegno al regime di Bashar al-Assad, accusando Stati Uniti e Israele di aver allanrolato l'offensiva che ha già causato oltre duecento vittime. A tredici anni dall'inizio della guerra, la Siria si ritrova intrappolata in un eterno ritorno al caos e alla distruzione.

Le zone di conflitto

Nel nord-est della Siria, una vasta area è sotto il controllo delle Forze democratiche siriane, che includono milizie curde e combattenti arabi. Questo territorio è monitorato con il supporto delle forze statunitensi, ancora presenti sul campo. Sebbene la presenza dello Stato islamico si sia ridotta, ci sono ancora sacche di resistenza nel paese. A nord-ovest, i ribelli, principalmente sottomessi al gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham, controllano la regione di Idlib, dove circa quattro milioni di civili vivono in condizioni di estrema difficoltà umanitaria, frustrati dall'isolamento e dalla mancanza di accesso ai servizi basilari. Le tensioni si intensificano anche nel sud, dove la comunità drusa ha espresso malcontento, mentre Assad continua a mantenere il suo potere nonostante la precarietà della situazione.

Assad e la geopolitica

Il regime di Assad, escluso dalla comunità internazionale per anni, ha trovato nel sostegno dell'Iran e della Russia i suoi unici alleati. Teheran ha stabilito un corridoio strategico che la collega al Libano attraverso Iraq e Siria, con Assad che funge da anello cruciale di questa catena. La Russia, con le sue basi aeree e navali a Tartous e Latakia, non può permettersi di perdere il suo unico alleato in Medio Oriente. Queste basi consentono a Mosca di proiettare il suo potere più a sud.

Situazione umanitaria catastrofica

La guerra ha provocato una crisi umanitaria senza precedenti, con circa 350.000 morti documentati, metà dei quali civili, e stime che potrebbero portare il numero totale delle vittime civili a circa 460.000. A ciò si aggiunge il drammatico numero di 14 milioni di sfollati, che cercano rifugio in Libano, Turchia e, in minor misura, in Europa. Secondo Oxfam, nel 2023, il 90% della popolazione siriana vive sotto la soglia di povertà, a causa della combinazione di conflitti, terremoti e sanzioni internazionali.

Dinamiche regionali ed equilibri

Con l'avanzata dei ribelli verso Aleppo, la stabilità costruita da Assad sembra ora a rischio. Negli ultimi anni, tuttavia, ci sono stati segnali di un riavvicinamento tra il regime siriano e alcuni paesi europei, che stanno cercando di stabilire relazioni diplomatiche per evitare che il conflitto si espanda ulteriormente. In questo contesto, la recente guerra tra Israele e Hamas e le tensioni in Libano hanno riacceso l'attenzione sulla Siria. Benjamin Netanyahu ha avvisato Assad di non provocare ulteriori conflitti, mentre la debolezza di Hezbollah limita le sue possibilità di intervento a favore di Damasco. La situazione attuale è quindi estremamente complessa e instabile, con il pericolo concreto che la Siria possa nuovamente diventare il fulcro di un conflitto di portata regionale.