Stellantis ha annunciato che fermerà la produzione nello stabilimento di Mirafiori, Torino, fino al 5 gennaio 2024. Questa decisione è stata comunicata ai sindacati in seguito a preoccupazioni riguardanti la necessità di cassa integrazione. L'azienda ha avvisato che servono fondi significativi per supportare la cassa integrazione fino al 2025.

Questo stop produttivo si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà per la produzione automobilistica in Italia, aggravata dalla crescente crisi energetica e dai problemi di approvvigionamento di componenti, in particolare a causa della pandemia e della guerra in Ucraina. Gli esperti del settore avvertono che le misure adottate non sono sufficienti per affrontare i gravi problemi di insostenibilità finanziaria che Stellantis sta affrontando nelle sue operazioni nazionali.

Negli ultimi mesi, molti stabilimenti auto in Europa hanno subito riduzioni di produzione, con un impatto significativo sull'occupazione. I lavoratori di Mirafiori sono preoccupati per il loro futuro e chiedono maggiore sostegno da parte dell'azienda e del governo. Alcuni sindacati hanno già pianificato manifestazioni di protesta per richiedere garanzie sui posti di lavoro e una pianificazione strategica chiara per il rilancio della produzione.

Inoltre, il blocco della produzione a Mirafiori si unisce a notizie preoccupanti su ulteriori tagli di posti di lavoro nei settori industriali. Si stima che l'inflazione e l'aumento dei costi di vita stiano guidando i consumatori verso un rallentamento degli acquisti di auto, contribuendo al vuoto di domanda nel settore.

Stellantis ha annunciato che esplorerà soluzioni alternative per affrontare le sfide attuali, ma le risposte del management sono state accolte con scetticismo. I sindacati hanno espresso il timore che senza un intervento deciso da parte del governo, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente.

Con l’aumento della pressione sul settore automobilistico e il passaggio verso una mobilità sostenibile, Stellantis si trova di fronte a scelte cruciali. Riuscirà l'azienda a garantire la ripresa produttiva e la protezione dei posti di lavoro? Solo il tempo lo dirà, ma la tensione tra management, lavoratori e governo è palpabile.