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Treni in ritardo: il costo scandaloso di 3,16 miliardi di euro l'anno

2025-01-15

Autore: Francesco

L'inefficienza delle ferrovie italiane sta portando il Paese a fare i conti con perdite inaccettabili che ammontano a 3,16 miliardi di euro all'anno. Questo grave problema colpisce non solo passeggeri e pendolari, ma ha un impatto anche significativo sulle piccole e medie imprese, rendendo la situazione ancora più drammatica per l'immagine dell'Italia a livello internazionale.

Cosa fare? Ridurre i treni o migliorare le infrastrutture?

Nel tentativo di risolvere il caos ferroviario, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha avanzato un piano per diminuire il numero dei treni, ma esperti come quelli di Unimpresa avvertono che il vero problema risiede nelle infrastrutture datate e poco efficienti. Queste, infatti, non sono in grado di gestire l'attuale volume di traffico, creando una situazione che potrebbe essere risolta solo attraverso investimenti significativi in nuove linee e una manutenzione più efficace.

Ritardi devastanti: quanti miliardi stiamo perdendo?

Secondo le stime di Unimpresa, ogni ora di ritardo causa una perdita di 15 euro, che si traduce in un danno economico di oltre 3 miliardi all'anno. Di questo, la principale fetta va ai pendolari che usano quotidianamente treni ad alta velocità. Inoltre, il trasporto merci è un altro settore colpito, con ritardi medi di due ore per treno, provocando perdite stimate in oltre 900 milioni di euro.

Il turismo, anch'esso danneggiato, ha visto un decremento di circa 450 milioni di euro l'anno solo a causa dei disservizi ferroviari. L’impatto sulla produttività delle aziende è difficile da quantificare, ma è chiaro che la necessità di utilizzare mezzi privati più costosi a causa dell'inadeguatezza del servizio pubblico porta a ulteriori squilibri economici.

Cosa serve per salvare il sistema ferroviario italiano?

Un dato fondamentale è che in Italia circolano oltre 9mila treni al giorno. Tuttavia, il vero problema non è il numero di treni in circolazione, bensì lo stato delle infrastrutture. Secondo Luigi Ciracì, coordinatore nazionale di Filt-Cgil, le condizioni attuali delle linee ferroviarie sono pericolose, con una manutenzione ordinaria scadente. Ciò porta a un aumento degli incidenti e dei guasti, creando un circolo vizioso che danneggia ulteriormente il servizio.

Una possibile soluzione, come suggerito dal viceministro Edoardo Rixi, sarebbe quella di ridurre il numero dei treni del 15%. Tuttavia, ciò non dovrebbe tradursi in una penalizzazione per le aree interne, dove l'accesso a servizi ferroviari efficienti è cruciale. Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, chiede un cambiamento immediato per migliorare la puntualità e garantire che le Pmi, che dipendono fortemente dal trasporto ferroviario, non vengano ulteriormente danneggiate.

L'inefficienza delle ferrovie italiane è un tema urgente che richiede attenzione. La strada verso il miglioramento è chiara: investimenti in infrastrutture moderne, manutenzione adeguata e una gestione più efficace delle linee esistenti. Solo così l'Italia potrà risollevare la sua immagine e garantire l'efficienza di un sistema ferroviario che possa competere a livello europeo.