Finanze

Trump fa tremare il parmigiano: Le aziende agroalimentari italiane si preparano ai dazi Usa

2024-12-08

Autore: Marco

Il mercato statunitense rappresenta una risorsa vitale per molte aziende italiane. Con l'imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, le preoccupazioni per possibili nuovi dazi sulle esportazioni italiane sono alle stelle.

Negli ultimi mesi, Trump ha minacciato tariffe fino al 60% per i prodotti cinesi e fino al 20% per quelli provenienti dal resto del mondo, compresi i Paesi europei. Durante il suo primo mandato, specialmente tra il 2018 e il 2019, ha già imposto dazi che hanno colpito duramente il settore agroalimentare italiano. Quale sarà il futuro?

Gli esperti del settore, come Francesco Mutti, CEO dell’omonima azienda produttrice di passata di pomodoro, mettono in discussione l'efficacia di aumentare le spedizioni verso gli Stati Uniti per evitare i dazi. Secondo Mutti, questa non è una strategia sostenibile a lungo termine. La sua azienda, che conta su una percentuale del 4% del fatturato proveniente dal mercato americano, è cauta rispetto a speculazioni che potrebbero danneggiare i rapporti commerciali.

Altri marchi come Rodolfi Mansueto condividono la stessa filosofia, puntando a strategie di lungo termine piuttosto che reazioni impulsive. Con le esportazioni negli Stati Uniti che costituiscono il 10% del fatturato di Rodolfi, l'industria è in allerta non solo per i dazi, ma anche per il possibile impatto degli scioperi nei porti della East Coast.

La questione dei dazi americani ha spinto anche il consorzio del Parmigiano Reggiano a rafforzare la sua presenza negli USA, aprendo un ufficio operativo con l'obiettivo di fare pressing sul Congresso per proteggere il prodotto. Con una quota del 22% delle esportazioni totali rappresentata dagli Stati Uniti, il consorzio teme che i dazi aumenterebbero solo i prezzi per i consumatori americani senza realmente proteggere i produttori locali.

Nonostante le difficoltà, ci sono aziende, come Barilla, che si sono preparate diversamente: producono pasta direttamente negli Stati Uniti, riducendo così l'impatto di nuovi dazi sulle loro vendite. D’altro canto, i produttori di vino sono i più a rischio, poiché durante il primo mandato di Trump hanno già affrontato dazi insostenibili che hanno comportato perdite significative.

Gli USA sono il secondo partner commerciale di lunga data dell'Italia, dopo la Germania, e rappresentano una destinazione cruciale per l'export agroalimentare italiano. Le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno infatti raggiunto i 67,3 miliardi di euro nel 2023, in continua crescita. Con l'industria agroalimentare italiana che spera di aumentare ulteriormente le proprie esportazioni, l’incertezza sulle politiche commerciali di Trump lascia il settore in uno stato di allerta.

Con la speranza di evitare un'altra guerra commerciale, il governo italiano è attivamente impegnato per ospitare dialoghi con l'amministrazione statunitense, cercando di sfruttare la posizione geopolitica dell'Italia. Le aziende italiane, forti dell'ottima reputazione dei loro prodotti, si preparano a fronteggiare una nuova potenziale crisi, desiderose di mantenere le relazioni commerciali vitali con un mercato americano sempre più selettivo.