Ultimo Passaggio in Senato per la Manovra: Dimissioni e Polemiche
2024-12-27
Autore: Marco
Siamo giunti all'ultimo atto della terza legge di Bilancio del governo Meloni, che oggi, 28 dicembre, sarà presentata nell'Aula del Senato. Il governo prevede di porre una nuova fiducia, annullando qualsiasi proposta di modifica e costringendo i senatori a votare senza aver potuto discutere adeguatamente il testo. Nonostante le polemiche, il voto finale è atteso a pranzo.
In un gesto a sorpresa, Guido Liris, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Bilancio, ha annunciato la sua dimissione da relatore. Questo atto sarebbe un modo per condannare la mancanza di discussione di fronte a una situazione che si ripete da anni, con il Senato costretto a votare ‘a scatola chiusa’ e senza un mandato chiaro. Liris ha lanciato un appello al presidente del Senato, Lorenzo Fontana, per tornare alla doppia lettura, un processo parlamentare che non viene seguito dal 2018.
Anche il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso il suo accordo con la necessità di rivedere le regole parlamentari, affermando che l'iniziativa deve essere parlamentare e non imposta dal governo.
Le senatrici di Italia Viva, Raffaella Paita e Dafne Musolino, hanno descritto la situazione come una "pagliacciata", sottolineando che se la maggioranza avesse veramente voluto valorizzare il ruolo del Parlamento non si sarebbe fatta umiliare in questo modo. Francesco Boccia, presidente dei senatori del PD, ha sottolineato l'assurdità delle dimissioni di Liris, sottintendendo che queste siano una manifestazione di conflitto all'interno della stessa maggioranza. Ha chiesto chiarimenti su chi Liris intenda criticare con le sue dimissioni.
La legge di Bilancio in discussione prevede un ammontare di 30 miliardi di euro, la maggior parte dei quali viene utilizzata per confermare misure già in atto. A causa del rigoroso rispetto dei vincoli di bilancio europei, non ci sono possibilità di espandere le risorse disponibili. L'imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) manterrà tre aliquote: 23% fino a 28mila euro, 35% fino a 50mila euro e 43% sopra i 50mila euro, con l'introduzione di un lieve ampliamento del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro.
Una novità importante è rappresentata da un contributo una tantum di mille euro per ogni figlio nato o adottato dal 1 gennaio 2025, destinato alle famiglie con un ISEE non superiore a 40mila euro. Tuttavia, le modifiche alla legge includono anche uno sconto sull'IRES che beneficerà solamente 18mila imprese e una nuova modalità di pensionamento anticipato, accessibile solo a un numero limitato di persone.
La situazione evidenzia non solo le tensioni politiche all'interno della maggioranza ma anche un malessere diffuso tra le opposizioni, che continuano a lottare contro una manovra che sembra giungere al suo epilogo senza adeguato confronto.