Nazionale

Unipol, la fine dello smart working. Cimbri: «Un privilegio che distrugge il tessuto sociale delle imprese»

2025-03-29

Autore: Maria

In un annuncio sorprendente, il CEO di Unipol, Carlo Cimbri, ha annunciato la decisione di interrompere la modalità di smart working all'interno dell'azienda. «Ai miei tempi si protestava per i licenziamenti», ha affermato Cimbri, sottolineando come l'approccio attuale al lavoro da remoto stia indebolendo le fondamenta delle interazioni sociali tra i dipendenti e, di conseguenza, il tessuto sociale stesso dell'impresa.

Cimbri ha esortato a riflettere sul valore della presenza fisica in ufficio, evidenziando i benefici di un ambiente di lavoro collaborativo e diretto. «Le interazioni quotidiane sono essenziali per costruire una cultura aziendale solida e unita. Dobbiamo tornare a valorizzare il contatto umano e il lavoro di squadra», ha dichiarato.

Questa decisione arriva in un momento in cui molte aziende continuano a sperimentare con lo smart working, rendendo il passo di Unipol particolarmente controverso. Esperti del settore avvertono che questa mossa potrebbe portare a conflitti tra i dipendenti e la dirigenza, visto che molti lavoratori preferiscono la flessibilità che il lavoro remoto può offrire.

Inoltre, il dibattito sul futuro del lavoro sta diventando sempre più acceso, con aziende e lavoratori che cercano di trovare un equilibrio tra produttività e benessere. Solo il tempo dirà quale sarà l'effetto di questa politica sull'azienda e sulle sue risorse umane.