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Venezuela: La Drammatica Situazione di Maria Corina Machado e le Proteste contro Maduro

2025-01-09

Autore: Luca

Maria Corina Machado, la leader dell'opposizione venezuelana, è tornata in piazza per sfidare il regime di Nicolas Maduro, ma non senza conseguenze. Durante una manifestazione pacifica a Chacao, un distretto di Caracas, è stata arrestata da agenti del Chavismo armati che hanno aperto il fuoco contro la sua delegazione. Secondo quanto riporta il direttivo del suo partito, Vente Venezuela, "Maria Corina è stata violentemente intercettata mentre lasciava il comizio". La detenzione, però, è durata solo alcune ore, dopo di che è stata rilasciata grazie alla mobilitazione dei suoi sostenitori.

LA MANIFESTAZIONE

La manifestazione di Chacao ha visto la partecipazione di circa 700 persone, che hanno ascoltato Machado cantare l'inno nazionale. La tensione era palpabile, soprattutto considerato che le forze di polizia e militari erano schierate in forze. Machado sarebbe stata fermata dopo essere caduta dalla moto su cui viaggiava, mentre veniva assalita dagli agenti del regime.

LA REAZIONE INTERNAZIONALE

La situazione ha suscitato un'immediata reazione internazionale. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha chiesto "la liberazione immediata" di Machado, affermando che "non possiamo più tollerare le azioni repressive e illegittime del regime di Maduro, che ha perso le elezioni". Nonostante il rapimento e la liberazione rapida di Machado, la tensione in Venezuela resta estremamente alta.

Il paese è ora in attesa dell'insediamento blindato di Maduro per il suo terzo mandato consecutivo, mentre l'opposizione sta progettando di dichiarare una presidenza parallela all'estero, guidata da Edmundo González Urrutia. Questo candidato è riconosciuto come presidente eletto da diversi paesi della comunità internazionale, in seguito a elezioni programmate per il 28 luglio 2024, che sono state definite "non trasparenti".

Proteste pacifiche si stanno diffondendo per le strade, con slogan come "Gloria al bravo pueblo!" in segno di resistenza. Tuttavia, gli scontri continuano: nella regione di Maracay e nel Carabobo, alcuni manifestanti hanno subito lanci di gas lacrimogeni da parte delle forze dell'ordine. Gli attivisti anti-regime subiscono arresti, e i giornalisti spariscono nel nulla, portando l'alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Turk, a esprimere "profonda preoccupazione".

La crisi politica è aggravata dal fatto che Maduro, in carica da undici anni, è stato proclamato vincitore in elezioni contestate, le cui schede non sono mai state rese pubbliche. Nonostante il suo governo sempre più instabile, l'ex ambasciatore Urrutia ha ottenuto asilo in Spagna e sta raccogliendo consensi in America Latina, con riconoscimento da parte di Usa e Canada. Urrutia potrebbe tentare di giurare come presidente in un'ambasciata venezuelana all'estero, aprendo la strada a un \\u201cgovierno provvisorio\\u201d.

LA REAZIONE DEL REGIME

Il supporto internazionale a Urrutia non sembra impensierire Maduro e i suoi alleati, incluso il ministro della Difesa Padrino. Infatti, recentemente ha distribuito volantini che attaccano ex leader latinoamericani, definiti "criminali" per aver sostenuto l'opposizione democratica. La situazione in Venezuela rimane quindi tesa e in continua evoluzione, con gli occhi del mondo puntati su questo paesaggio politico instabile.