Zazzaroni: "Si abolisca il retropassaggio al portiere. Altrimenti si rischia..."
2024-12-06
Autore: Chiara
Mercoledì ho seguito Arsenal-Manchester United con un occhio particolare alla squadra da poco guidata da Amorim e devo dire che mi sono stufato di vedere alcune dinamiche del gioco: de Ligt ha passato il pallone più all’indietro che in avanti, e il giocatore che ha toccato di più il pallone - non de Ligt - è stato Onana. Questo tipo di situazioni si ripetono costantemente in tutti i campi, ed è un problema che affligge il calcio da anni. Come disse il leggendario Angelo Massimino, «perché dare i guanti solo al portiere? Diamoli a tutti!».
I guanti, le mani, oggi servono meno di un tempo. Nel calcio moderno, dove il retropassaggio è diventato sistematico, si pretende che il portiere «debba saper giocare con i piedi». Questo è un vero suicidio tecnico. Il retropassaggio rallenta terribilmente il gioco, deprimendo lo spettacolo e portando alla noia di una fase di gioco lenta: se continuiamo così, tra qualche anno il tennis potrebbe superare il calcio in termini di popolarità.
Nei vari sport come il basket, il volley e il tennis, si gioca per attaccare, per prevalere sull’avversario nel minor tempo possibile. Nel calcio, invece, si tende a tergiversare: molti giocatori palleggiano in orizzontale prima di passare il pallone al portiere, facendo così perdere tempo e telespettatori, mentre si esalta è il gioco dal basso. È tempo di riflessione e di cambiamento: senza un intervento deciso, il calcio potrebbe davvero rischiare di perdere il suo fascino. Non dobbiamo dimenticare che lo spettacolo è ciò che i tifosi vogliono, e il continuo naufragare nel retropassaggio non lo offre. La passione per il gioco deve tornare a prevalere!