Zuppi: La Pace È Forza, Non Debolezza - Il Profondo Cuore Ferito di Olena Zelenska
2024-11-21
Autore: Marco
Olena Zelenska, insieme all'ambasciatore ucraino Yurash, il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, e monsignor Gnavi, ha partecipato a una toccante celebrazione presso la Basilica di Santa Maria in Trastevere, a Roma. Durante l'evento, il cardinale Matteo Zuppi ha invocato un cambio audace per porre fine al conflitto in Ucraina, affermando che «la pace non è mai debolezza, ma forza».
Zuppi ha rivolto un appello alla comunità internazionale e ha messo in guardia l'Unione Europea dall'aderire a posizioni belliciste, sottolineando l'importanza di rimanere fedeli al principio fondante dell'Europa: la pace tra nazioni storicamente in conflitto. Con l'invasione russa che segna mille giorni, le sue parole hanno trovato risonanza profonda tra i partecipanti, testimoni delle sofferenze del popolo ucraino.
Olena Zelenska ha espresso il suo riconoscimento per gli sforzi della Chiesa e di Papa Francesco nel sostenere l'Ucraina. Ha anche lodato il cardinale Zuppi per il suo lavoro come inviato speciale per la pace, dedicato a riportare a casa gli ucraini in prigionia, tra cui bambini e prigionieri di guerra. Durante la cerimonia, la prima donna ucraina era affiancata da Laura, la figlia del presidente italiano Sergio Mattarella, e dalle first lady di Lituania, Serbia e Armenia, unite nel condividere gli orrori dell'aggressione russa.
Zuppi, nella sua omelia, ha descritto una «notte ancora profonda», sottolineando la perseveranza di Papa Francesco nel cercare di portare la pace con il dialogo, una strada che non deve essere confusa con la resa. Ha esortato a cercare «il coraggio di fermarsi, non per perdere, ma per vincere attraverso il negoziato». Tuttavia, ha anche rimarcato che, nonostante il contesto drammatico, esistono segni di vita e umanità, citando l'affetto delle famiglie italiane che hanno accolto bambini ucraini e la straordinaria mobilitazione delle parrocchie.
Zelenska ha descritto i «cuori feriti» del suo popolo, lamentando le perdite quotidiane e l'ansia per i propri cari. Ha espresso il desiderio di un ritorno a casa per tutti gli ucraini e di una pace duratura e giusta. Zuppi ha sottolineato che pace e giustizia sono interconnesse: «una non può esistere senza l'altra».
Questa celebrazione non è stata solo un momento di riflessione, ma anche un appello all'azione. La comunità ucraina e quella italiana hanno condiviso il dolore e la speranza, con visi pieni di determinazione. Attraverso la presenza di sacerdoti ucraini e seminaristi greco-cattolici, il senso di unità e solidarietà tra i popoli si è fatto palpabile, testimoniando che, nonostante i conflitti, la strada verso la pace e la umanità è ancora percorribile.