Al Bashir: il Nuovo Premier di Siria con Radici in Idlib e una Missione Impossibile
2024-12-10
Autore: Matteo
Mohammed al Bashir è stato scelto come primo ministro di transizione in Siria dal capo dei ribelli jihadisti. Quest'ingegnere esperto di elettronica, laureato in legge coranica, si trova ora di fronte a una pesante responsabilità: unire un paese lacerato da anni di guerra civile e conflitti etnici. La sfida si fa ancora più complessa data la sua affiliazione con Abu Mohammad al Jolani, il leader di Hayat Tahrir al Sham, un'importante organizzazione jihadista nel panorama siriano. La nomina arriva in un momento delicato, con il vecchio premier del regime, Mohamed al Jallali, già snobbato e relegato a un ruolo secondario.
Nel 2021, al Bashir ha ricoperto il ruolo di direttore dell'educazione islamica del governo d'opposizione di Salvezza Nazionale, dimostrando una certa capacità di gestione in un contesto già fragilissimo. Con i ribelli che sembravano sull'orlo della sconfitta a causa dell'intervento di russi, Hezbollah e iraniani, al Bashir ha continuato a operare da Idlib, dove si era formata una sorta di enclave ribelle ben consolidata. La sua nomina è stata ratificata dalla shura, il diretto ordinario islamico, nel gennaio 2024.
Uno dei primi atti del suo governo è stata un'amnistia per i soldati di Assad, nel tentativo di gettare le basi per una riconciliazione. Tuttavia, il paese deve fare i conti con un intricata rete di gruppi armati, frutto di oltre un decennio di conflitto. L'Hayat Tahrir al Sham, nata dalla fusione di vari gruppi jihadisti e da una rottura con Al Qaida, ha consolidato il suo potere ma va incontro a sfide interne da parte di formazioni minori.
Il decennio di guerra ha lasciato cicatrici profonde in tutta la Siria, con l'ISIS che continua a operare e mantenere basi nell'area di Palmira nonostante numerosi bombardamenti americani. Al sud, drusi e sunniti operano in gran parte in autonomia, mentre la regione nord-orientale è sotto il controllo delle Forze Democratiche Siriane, popolato da curdi e milizie arabe.
I curdi, sostenuti dagli Stati Uniti, hanno liberato Raqqa e ora chiedono di essere inclusi in ogni discussione sul futuro del paese. Tuttavia, l'Esercito Nazionale Siriano, armato dalla Turchia, continua a imbattersi in scontri con i curdi e mira a espandere la propria influenza. Questo scenario complesso solleva interrogativi sul futuro della Siria, con rischi elevati di divisone simile a quella avvenuta in Libia, tra aree filo-jihadiste e curde. Al Bashir, ora al timone di questa delicata transizione, deve affrontare l'impossibile: la vera pace in un paese ormai trasformato in un puzzle di alleanze e conflitti.