Le Filippine sono abituate a un clima politico infuocato, ma nessuno si aspettava le recenti affermazioni della vicepresidente Sara Duterte. In un briefing trasmesso sui social media, Duterte ha reso noto di aver reclutato un sicario per assassinare il presidente Ferdinand Marcos Jr. e sua moglie qualora lei venisse uccisa. Questa clamorosa dichiarazione ha attirato l'attenzione dei media internazionali, con report del South China Morning Post che evidenziano come le parole della vicepresidente escano da ogni norma di protocollo politico.

Durante l'incontro, Duterte ha esposto le sue preoccupazioni riguardo a una presunta cospirazione contro di lei, manifestando particolare indignazione per l'ordine della Camera dei Rappresentanti di trasferire la sua capo di gabinetto, Zuleika Lopez, da una detenzione domiciliare a un carcere. Le affermazioni di Duterte hanno sollevato interrogativi sul livello di tensione politica che caratterizza il governo attuale.

La sicurezza presidenziale ha prontamente risposto che qualsiasi minaccia alla vita del presidente e della sua famiglia viene presa con la massima serietà, soprattutto quando espresse pubblicamente, riflettendo il clima di incertezza e paura che permea il paese. In seguito a queste dichiarazioni, la polizia nazionale ha avviato un'indagine per fare chiarezza sulla situazione.

Questa controversia potrebbe avere ripercussioni significative non solo sulla vicepresidenza ma sull'intero panorama politico filippino, già scosso da tensioni. Molti osservatori si chiedono quali possano essere le conseguenze di tali dichiarazioni incendiari, e se ci sia il rischio di un escalation della violenza politica nel paese.