C’era una volta l'area Schengen: il sistema sotto pressione
2024-11-20
Autore: Chiara
Il mercoledì scorso, il governo dei Paesi Bassi ha annunciato il rafforzamento dei controlli di frontiera con Belgio e Germania dal 9 dicembre per i successivi sei mesi, come misura per limitare l’ingresso di migranti nel paese. I Paesi Bassi si uniscono così a una crescente lista di stati europei che, dal 2015, hanno intensificato i controlli alle loro frontiere, mettendo in discussione la libertà di circolazione garantita dall'area Schengen, che comprende quasi tutti i paesi dell’Unione Europea, oltre a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
Recentemente, nove stati europei, tra cui l’Italia, hanno attivato controlli in risposta a preoccupazioni legate all’immigrazione e alla sicurezza, sfidando l’idea di Schengen come simbolo di libertà. Le critiche da parte di altri membri dell'Unione si fanno sentire forte, con molti che vedono questa tendenza come una crisi del sistema che, da trent'anni, promette la libera circolazione.
Le norme europee consentono a un paese di sospendere temporaneamente la libertà di movimento solo "come misura di ultima istanza". Questi controlli sono giustificati da stati che li hanno attivati, facendo riferimento all'“immigrazione irregolare”, un termine che spesso indica in realtà richiedenti asilo in attesa di decisioni legali.
Paesi con controlli di frontiera
Attualmente, i paesi che hanno implementato controlli di frontiera, di fatto annullando l'accordo di Schengen, includono:
Austria
A partire da ottobre 2024, l'Austria ha ristabilito controlli con Slovacchia e Repubblica Ceca, estendendoli anche verso Ungheria e Slovenia fino a maggio 2025, citando preoccupazioni per il proprio sistema di accoglienza e per il terrorismo legato alla situazione in Medio Oriente.
Danimarca
Dal novembre 2024, i controlli di frontiera con la Germania sono stati giustificati non solo dall’immigrazione, ma principalmente da minacce legate alla criminalità organizzata e potenziali attività di spionaggio da parte della Russia.
Francia
A partire dal 2015, i controlli non sono mai stati completamente aboliti e il livello di sicurezza è stato mantenuto alto. Recenti misure sono state implementate in preparazione alle Olimpiadi, giustificandole con la presenza di gruppi terroristici e l’infiltrazione di individui radicalizzati.
Germania
Dalla metà del 2024, controlli rinnovati mirano a frenare l’immigrazione e il terrorismo. I controlli sono stati intensificati dopo un accoltellamento a Solingen, rivendicato dall’ISIS.
Italia
Controlli ai confini con la Slovenia, inizialmente programmati per il dicembre 2023, sono stati prorogati, giustificandoli come risposta a potenziali infiltrazioni terroristiche. Inoltre, si fa riferimento a rischi legati alla situazione in Medio Oriente e in Ucraina, nonché all'imminente Giubileo del 2025.
Norvegia
I controlli, estesi fino a maggio 2025, mirano a prevenire possibili attacchi o spionaggio, soprattutto in seguito alla crescente tensione tra Russia e Ucraina.
Slovenia
Introduzione dei controlli nel giugno 2024 per ragioni di sicurezza legate a eventi sportivi globali.
Svezia
Qui i controlli sono attivi fino a maggio 2025, focalizzandosi più sulla criminialità organizzata che sull'immigrazione.
In un contesto in cui la sicurezza e l’immigrazione sono al centro delle discussioni politiche, il futuro dell'area Schengen sembra sempre più incerto. La crescente militarizzazione delle frontiere potrebbe segnare la fine di un'era in cui il libero movimento era visto come un diritto fondamentale per i cittadini europei. Riusciranno i leader europei a trovare un equilibrio tra sicurezza e libertà di circolazione? Il tempo lo dirà.