Da Celentano a Vasco: la controversa playlist "di sinistra" che riduce la donna a oggetto
2024-12-22
Autore: Sofia
Il cantautorato italiano, spesso associato a valori progressisti, si ritrova in una contraddizione inquietante nella rappresentazione delle donne. Da Adriano Celentano a Vasco Rossi, la narrativa musicale sembra trasmettere messaggi problematici riguardo il rispetto e il trattamento dei gender. In brani emblematici come "Storia d'amore", Celentano mostra un atteggiamento che mescola passione e violenza: «è uno schiaffo all'improvviso le mollai sul suo bel viso», lasciando trasparire una gestione tossica delle emozioni. Anche Riccardo Cocciante non è esente da tali problematiche; nella sua celebre canzone "Bella senz’anima", si fa riferimento all'accettazione di comportamenti decisamente discutibili, dove il dolore sembra essere un elemento da non evitare.
Marco Masini non è da meno, giustificando comportamenti di certo discutibili con la frase: «che ti fai vedere in giro per alberghi e ristoranti con il culo sul Ferrari di quell'essere arrogante». Si evidenzia così una visione dell'universo femminile legata all'aspetto materiale, suggerendo che le donne siano solamente interessate al denaro e al successo superficiale.
Altre figure del panorama musicale come Roberto Vecchioni si distaccano ulteriormente dal rispetto nei confronti della figura femminile, decretando che «quella troppo intelligente meglio lasciarla ad altri», il che denota una devalorizzazione delle donne brillanti. Questo genere di invettive non fa che perpetuare stereotipi dannosi.
Vasco Rossi, con il brano "Colpa d'Alfredo", si fa portavoce di frasi provocatorie, come "andata a casa con il negro, la troia", rendendo la canzone simbolo di una cultura anti-politicamente corretta. Persino in "Rewind", il suo linguaggio continua a ridurre la figura femminile a mero oggetto del desiderio, rendendo lampante un problema diffuso nella musica pop.
Discorso a parte meritano artisti come Renato Zero, il quale affronta temi delicati come l'aborto in modo controverso, proclamando: «Un altro figlio nasce e non lo vuoi... amalo». La sua forte identità cattolica e tradizionalista riflette un lato di questa musica che non si è mai allontanato dal peso delle sue convinzioni.
Infine, artisti come Francesco De Gregori e Franco Battiato si dimostrano più vicini ad una riflessione contemplativa e critica. De Gregori, con il suo "Il cuoco di Salò", rappresenta le storie di chi vive ai margini: «Dalla parte sbagliata si muore» fa emergere una profonda empatia verso le ingiustizie sociali, contrapposta alle rappresentazioni più superficiali di altri cantautori.
In un’analisi approfondita, appare chiaro come la musica italiana non solo rispecchi la società, ma sia anche un potente mezzo di riflessione, capace di stimolare dibattiti su temi di grande rilevanza sociale. La sfida resta quella di trasmettere messaggi più rispettosi e inclusivi, specialmente nei confronti delle donne.