Intrattenimento

Fabio Fazio: «Amadeus fa fatica a Discovery? Ci vuole tempo, la tv è abitudine»

2024-10-06

Quando gli viene chiesto se gli manca la Rai, Fabio Fazio risponde in modo carico di emozione: «Ho trascorso 40 dei miei 60 anni in Rai, non mi può mancare qualcosa perché ce l’ho dentro, è il mio DNA. Sul Nove, a parte la leggerezza, non mi comporto in modo diverso; quell’idea di televisione pubblica è una attitudine che mi rimane, è un modo di essere che non cambia a seconda del luogo dove ti trovi.»

In un'intervista al Corriere, realizzata in occasione del lancio della nuova stagione di Che tempo che fa sul Nove, Fazio ha anche parlato dell'accoglienza calorosa ricevuta: «È andata oltre ogni più rosea previsione, molto oltre. Qui si respira un’aria di ritrovata leggerezza di cui avevo bisogno.» Inoltre, ha commentato l’ingresso di Amadeus nella squadra di Discovery.

«Lo vedo tranquillo» ha detto Fazio. «L’ho sentito molto più triste per il derby perso dall’Inter», cercando di smorzare le preoccupazioni per le difficoltà di Amadeus. Tuttavia, ha chiarito: «Ci vuole tempo, la tv è innanzitutto abitudine. Costruire l’abitudine su una rete che non ha mai avuto un game show non è immediato. La tv non è trasferimento di pezzi da una parte all’altra, ma costruzione di un racconto. Dategli tempo; la tv non è per niente facile.»

Fazio ha condiviso anche un rinnovato senso di libertà: «In Rai mi sono toccate transumanze da una rete all’altra con infinite polemiche. Ho vissuto momenti non facili, in cui ci si trova da soli. Ora finalmente posso concentrarmi su quello che è fondamentale: fare al meglio il programma, una cosa che avevo dimenticato.» Ha anche parlato degli ospiti più difficili con cui si è confrontato negli anni, citando nomi come Rupert Everett, Madonna, Lou Reed e i Metallica, notando che spesso sembravano disorientati riguardo a dove si trovassero.

Infine, Fazio ha osservato gli stravolgimenti che hanno interessato Rai3 dopo la sua partenza. «È evidente che il piano era quello; ora non c’è più nessuna sorpresa. La vera sorpresa l’ho avuta io all’inizio. È da anni che si tenta questa normalizzazione; ora vediamo la conclusione di un piano che era già nella mente di qualcuno.»