La Cassazione contrasta la posizione del governo sui migranti da Paesi sicuri: "Il giudice può effettuare accertamenti"
2024-12-19
Autore: Alessandra
La Cassazione contrasta la posizione del governo
In una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha ribaltato le convinzioni del governo italiano riguardo alla nozione di "Paesi sicuri". Nelle motivazioni emerse dalla sentenza, relativa a un rinvio pregiudiziale del Tribunale di Roma risalente a luglio, la Cassazione ha chiarito che "il potere di accertamento" dei giudici non può essere vincolato dalle decisioni politiche che classificano un Paese come sicuro.
La corte ha sottolineato che i giudici hanno l’obbligo di verificare autonomamente la situazione del Paese di provenienza dei richiedenti asilo, piuttosto che attenersi passivamente agli elenchi governativi. Questo principio diventa rilevante nel contesto dei procedimenti riguardanti i migranti trattenuti in Albania, con le prime convalide respinte dai magistrati romani a metà ottobre. La Cassazione non ha ancora deciso su queste impugnazioni, ma il suo recente pronunciamento influenza profondamente il dibattito in corso sull'immigrazione.
Inoltre, la sentenza riflette il crescente scetticismo rispetto alle denunce dei diritti umani e alla situazione in numerosi Paesi identificati come sicuri. La Corte di giustizia europea aveva già affrontato questa questione lo scorso ottobre, sancendo che l’ammissibilità del controllo giurisdizionale è fondamentale per garantire il diritto a una protezione effettiva. Non riconoscere ai giudici la possibilità di esaminare la condizione del Paese d'origine dei richiedenti asilo potrebbe compromettere i diritti fondamentali previsti dal diritto europeo.
La posizione della Cassazione si contrappone a quella del governo che, credendo di poter limitare le prerogative giudiziarie in queste questioni, potrebbe trovarsi ulteriormente isolata in un contesto internazionale in cui i diritti umani sono sempre più sotto scrutinio. In attesa di ulteriori sviluppi, questa sentenza potrebbe rappresentare un punto di svolta nel modo in cui l'Italia gestisce le domande di asilo e l’ingresso dei migranti nel Paese.