La Farsa dell'Assegnazione dei Mondiali 2030 e 2034: Un'Analisi Sconvolgente
2024-12-12
Autore: Francesco
Quando Gianni Infantino è stato eletto presidente della FIFA nel febbraio 2016, nessuno avrebbe potuto immaginare di rimpiangere Sepp Blatter, deposto nel 2015 per uno scandalo di corruzione. Infantino si presentava come una ventata di novità, rispetto al suo predecessore e ai suoi antagonisti. Tuttavia, è innegabile che le sue azioni recenti suggeriscano una continuità inquietante piuttosto che un cambiamento salutare.
Il congresso straordinario della FIFA, trasmesso in streaming, è sembrato un evento caricaturale, un'operazione di marketing più che un’occasione di confronto politico. La verità è che gli appassionati di calcio avevano già compreso da tempo che i Mondiali del 2030 si sarebbero svolti tra Spagna, Marocco e Portogallo, con un preambolo sudamericano di soli tre match. Per quanto Infantino goda di una quasi totale approvazione all'interno della FIFA, la scelta di un congresso online ha eliminato ogni possibilità di contestazione, creando un evento senza dialogo.
Quello che sarebbe dovuto essere un dibattito democratico si è trasformato in un one man show, in cui Infantino ha ricoperto il ruolo di presidente e presentatore. Le proposte delle candidature sono state presentate in un contesto in cui non esisteva competizione, lasciando i membri delle federazioni sudamericane a celebrare una sconfitta mascherata come successo.
In modo preoccupante, il congresso ha anche mostrato il volto migliore di un'Arabia Saudita che da tempo è oggetto di critiche per le sue violazioni dei diritti umani. Il video della candidatura iberico-africana, presentato con un imbarazzante sketch, non è stato altro che una facciata per nascondere la mancanza di un vero dibattito sulle assegnazioni.
Le modalità con cui sono stati assegnati i Mondiali del 2030 e 2034 dimostrano che la FIFA ha deciso a tavolino per l'Arabia Saudita. La candidatura è stata aperta brevemente, sotto il pretesto di valutazione, ma solo per evitare altre proposte in grado di competere. È inquietante che, nonostante il processo di assegnazione fosse sotto perenne osservazione, le domande sulle sue motivazioni non siano girate a Infantino.
Ci si chiede perché si sia dovuto attendere così a lungo per formalizzare le candidature. La recente entrata di Aramco come sponsor di alto profilo per la FIFA lascia aperta l’ipotesi di un accordo sottostante che favorisse la candidatura saudita. Le ONG hanno già iniziato a utilizzare questo evento come punto di partenza per rivendicare il rispetto dei diritti umani, mentre Infantino ha cercato di trasformare la narrativa a favore della FIFA.
In questo contesto, il congresso ha mostrato segni di tensione interna, con la federazione norvegese e quella svizzera che hanno chiesto maggiore trasparenza nelle decisioni. Questo sviluppo rappresenta una prima crepa nel consenso apparentemente unanime che circonda la leadership di Infantino.
In conclusione, mentre la FIFA si prepara a gestire un evento di portata globale, l'ombra di un passato problematico aleggia ancora, rendendo difficile non interrogarsi sulla vera natura delle decisioni prese e sull’impatto che queste potranno avere sul futuro del calcio. L’auspicio è che le prossime edizioni della competizione portino a una maggiore responsabilità e integrità, ma la strada da percorrere appare ancora lunga e tortuosa.