Finanze

L'economia tedesca naviga verso il disastro: l'inflazione resiste mentre l'Eurozona è a un passo dal tracollo!

2024-11-24

Autore: Alessandra

L'economia tedesca continua a mostrare segnali allarmanti, flagellata da una crisi profonda e, per una mera questione statistica, ha evitato una recessione apparente nel terzo trimestre. L'indice PMI per i servizi è precipitato a novembre a 49,4 punti, un colpo secco rispetto ai 51,6 di ottobre, toccando i livelli più bassi dall'inizio dell'anno. Un indice inferiore a 50 indica una contrazione dell'attività, e per la manifattura i dati sono ancor più preoccupanti: sebbene l'indice PMI sia risalito leggermente a 43,2 dai 43 del mese precedente, resta ben al di sotto della soglia di 50, non raggiunta dal luglio 2022.

L'indice PMI composito, che considera entrambi i settori economici principali, è sceso a 47,3 punti, il livello più basso degli ultimi nove mesi, rimanendo sotto i 50 dal luglio scorso.

Ma non è solo la Germania a fare i conti con l'inevitabile rallentamento; anche l'economia francese sta lottando. Con un indice dei servizi sceso a 45,7 punti e quello della manifattura a 43,2, l'indice composito è crollato a 44,8 punti. Ci si aspetta un calo del PIL anche per l'ultimo trimestre dell'anno, dopo una crescita sorprendente nel terzo trimestre, parzialmente trainata dai preparativi per i Giochi Olimpici di Parigi.

Nel frattempo, le pressioni inflazionistiche hanno conosciuto una recrudescenza a novembre, aggravando ulteriormente la situazione in Germania. A Berlino, il cancelliere Olaf Scholz si trova in una crisi politica profonda, con la sfiducia prevista dal Bundestag il 16 dicembre e le elezioni anticipate che si preannunciano per il 23 febbraio. I tedeschi si preparano quindi a un lungo periodo di campagna elettorale, senza certezze sul prossimo governo che, pare, non sarà stabile nemmeno dopo.

La Banca Centrale Europea (BCE) si troverà costretta a rivedere i tassi d'interesse per la quarta volta, ma dovrà muoversi con estrema cautela. Se l'intera Eurozona è in difficoltà, la Germania continua a registrare segnali negativi sui prezzi, con l'inflazione nel settore dei servizi che accelera mentre nel manifatturiero si riduce. L'incidenza del terziario sull'economia tedesca è schiacciante, rappresentando il 72% contro il 22% del settore manifatturiero. Ciò implica che l'inflazione potrebbe ulteriormente aumentare, già attestata al 2% in ottobre.

Per cercare di rilanciare l'economia, la Germania ha bisogno di idee chiare. Due le strade possibili: aumentare il debito per stimolare investimenti pubblici, oggi fermi a una delle percentuali più basse d'Europa, oppure implementare una serie di riforme attraverso tagli fiscali e liberalizzazioni. Purtroppo, dalle prossime elezioni ci si aspetta una nuova, confusa maggioranza. Si parla di una probabile Grosse Koalition in stile merkeliano, che non risolverà i problemi strutturali.

In aggiunta, il panorama politico è ulteriormente compromesso, con la Germania costretta a navigare in acque agitate senza una legge di bilancio per il 2025 e con un esercizio provvisorio in atto. La situazione è simile in Francia, dove il governo di Michel Barnier non ha una maggioranza e si regge sulle astensioni della destra.

In sintesi, l'economia tedesca, invece di fungere da locomotiva per l'Eurozona, si sta rivelando una zavorra, rimanendo impantanata tra un PIL in calo e un'inflazione in crescita. C'è il rischio concreto di una stagflazione devastante, soprattutto se i prezzi del gas dovessero rimanere elevati. Sul fronte geopolitico, l'Eurozona è stretta tra la posizione dell'amministrazione Biden e il tentativo di recupero dell'influenza dell'ex presidente Trump, rendendo la situazione ancora più precaria.