Finanze

Licenziamenti e morti misteriose: la drammatica fine della startup svedese delle batterie Northvolt

2024-09-24

L'espansione della startup svedese Northvolt, specializzata nella produzione di batterie per auto elettriche, sta vivendo un epilogo drammatico. Fondata nove anni fa da Paolo Cerutti, un ingegnere torinese, e Peter Carlsson, ex esecutivo di Tesla, l'azienda si trova ora in una situazione critica caratterizzata da debiti, ritardi produttivi, e un'indagine su morti sospette tra i suoi dipendenti.

Recentemente, Northvolt ha annunciato il licenziamento di 1.600 delle oltre 6.000 persone impiegate, a causa di un calo della domanda e di gravi difficoltà finanziarie. Il sito di Skellefteå, dove si trova la più grande fabbrica, subirà i maggiori tagli, con circa mille posti di lavoro eliminati. Questo è un duro colpo poiché il progetto iniziale prevedeva la creazione di un polo industriale all'avanguardia per la produzione di batterie in Europa.

Nel tentativo di stemperare il clima di crisi, Peter Carlsson ha dichiarato: "L'elettrificazione continua a muovere il mercato, ma dobbiamo adottare le giuste strategie per affrontare le sfide attuali e future." Tuttavia, questo non è bastato a salvare il progetto angariato per il nuovo centro di ricerca a Vasteras, portando a 400 ulteriori licenziamenti.

Northvolt, che ha attratto investimenti per ben 15 miliardi di dollari, è partecipata al 21% da Volkswagen, ma ha subito un duro colpo quando BMW ha cancellato un ordine da 2 miliardi di euro lo scorso giugno, a causa di ritardi nella produzione. Questo ha amplificato le preoccupazioni sul futuro dell'azienda, che potrebbe ora dover affrontare una nuova emissione azionaria per raccogliere fondi vitali.

Aggravando ulteriormente la situazione, la scoperta di morti "sospette" tra il personale ha attirato l'attenzione dei media e ha portato alla riapertura delle indagini da parte della polizia di Stoccolma. Sebbene i decessi non si siano verificati in orario di lavoro, la coincidenza temporale ha generato un clima di tensione e preoccupazione. Un tossicologo ha persino suggerito la chiusura dello stabilimento per presunti problemi di tossicità, complicando ulteriormente la situazione.

La crisi di Northvolt è emblematica delle sfide che affrontano le startup del settore tecnologico, in particolare quelle che operano in un campo innovativo e competitivo come quello delle batterie per veicoli elettrici. Riuscirà Northvolt a risollevarsi e a garantire un futuro sostenibile per i propri dipendenti? La storia di questa azienda è ancora da scrivere.