Scienza

Marte, Elon Musk e il mistero della Sfinge sul Pianeta Rosso

2024-10-15

Autore: Maria

Immaginiamo per un momento che Elon Musk, con la sua determinazione e le sue ingenti risorse finanziarie, riesca a portare a termine quello che sembra un sogno audace: atterrare su Marte. Con il 2026 all'orizzonte, Musk prevede il lancio delle prime astronavi senza equipaggio, seguito nel 2028 dal primo volo con astronauti a bordo. Lasciando da parte le incertezze legate a questo ambizioso programma, ipotizziamo che non solo raggiungeremo il Pianeta Rosso, ma che avremo anche la possibilità di esplorarlo come turisti. Una tappa imperdibile sarà sicuramente la zona di Cydonia, dove una formazione rocciosa ha generato nel tempo una connessione intrigante tra la Terra e Marte.

La Sfinge di Marte

Il 25 luglio 1976, la sonda Viking 1 della NASA catturò un'immagine della superficie marziana, rivelando un altopiano che sembrava sorprendentemente simile a un volto umano. Questa foto, pubblicata qualche giorno dopo, venne descritta come una figura le cui ombre creavano "l'illusione di occhi, naso e bocca". Questo scatto scatenò l'immaginazione di molti: per alcuni, era senza dubbio un volto umano, mentre altri osservarono somiglianze con la Sfinge.

Un esponente di questo fenomeno fu Richard Hoagland, un giornalista scientifico che nel 1987 pubblicò il libro "The Monuments of Mars: A City on the Edge of Forever", in cui avanzava l'idea che quella formazione fosse la dimostrazione di una civiltà aliena avanzata, associando la presenza di piramidi e suggerendo che i marziani avessero ispirato gli antichi egizi. Tuttavia, queste teorie, pur avendo trovato un certo seguito tra appassionati e cospirazionisti, hanno ricevuto ampie critiche dalla comunità scientifica.

Mistero svelato

Il mistero della Sfinge marziana si è risolto tra il 1998 e il 2001, quando la sonda Mars Global Surveyor ha scattato nuove immagini della regione di Cydonia con una risoluzione molto più alta rispetto a quella del 1976. Queste nuove fotografie hanno dimostrato che la formazione rocciosa non somigliava più a un volto umano, confermando che l'originale era un'illusione ottica. Questa tendenza del cervello umano a riconoscere volti in forme inanimate è nota come "pareidolia".

Nonostante le teorie stravaganti di Hoagland, il "Volto di Marte" è diventato un oggetto di interesse nella cultura popolare: è citato in romanzi come "Picatrix" di Valerio Evangelisti, in film come "Mission to Mars" di Brian De Palma, è apparso in episodi di "Futurama" e "X-Files", e ha fatto capolino anche in vari videogiochi.

Depurato da contenuti cospirazionisti, l'immagine del volto è divenuta un'icona culturale, un simbolo della possibilità di vita oltre la Terra. E oggi, con Elon Musk che sta forgiando il futuro dell'esplorazione spaziale, potrebbe essere proprio lui a scoprire se ci sono tracce di civiltà aliene nel vasto e misterioso universo.