Massima attenzione ai farmaci contenenti metamizolo: l'AIFA avverte sui rischi di agranulocitosi!
2024-12-11
Autore: Maria
L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha lanciato un'importante allerta riguardo ai farmaci contenenti metamizolo, come la Novalgina e i suoi equivalenti generici. Questi medicinali, ampiamente utilizzati per il trattamento della febbre e del dolore, possono causare una grave reazione avversa conosciuta come agranulocitosi.
Ma cosa significa veramente questo per i pazienti? L'agranulocitosi è una condizione pericolosa caratterizzata da una significativa riduzione dei granulociti, un tipo di globuli bianchi essenziali per combattere le infezioni. Quando il numero di queste cellule scende sotto le 100 unità per millimetro cubo di sangue, il corpo diventa estremamente suscettibile a infezioni batteriche e fungine. I sintomi iniziali sono spesso confusi con quelli di una semplice influenza, come febbre, mal di gola, brividi e stanchezza, ma possono ben presto trasformarsi in un grave rischio per la salute.
Un aspetto allarmante è che il rischio di agranulocitosi non è legato alla dose assunta. Ciò significa che anche persone che hanno utilizzato il metamizolo senza problemi in passato possono subire effetti collaterali gravi. I sintomi possono manifestarsi rapidamente, a volte persino dopo la sospensione del trattamento. Questo rende particolarmente difficile l’identificazione della causa, specialmente nei pazienti che stanno seguendo trattamenti antibiotici.
L'AIFA consiglia a tutti coloro che stanno assumendo metamizolo di contattare tempestivamente un medico se avvertono i sintomi sopra descritti. Sarà fondamentale interrompere l'uso del farmaco e sottoporsi a un emocromo completo per monitorare la situazione. Se viene confermata l'agranulocitosi, è necessario non riprendere mai più il trattamento. È importante notare che il metamizolo è sconsigliato anche a chi ha una storia di agranulocitosi indotta da farmaci simili o a coloro con problemi di funzionalità midollare e patologie ematologiche.
Pierluigi Navarra, professore di Farmacologia all'Università Cattolica di Roma, ha dichiarato: "Il rischio legato all'uso di metamizolo non è nuovo, è documentato da diversi anni. Pur appartenendo a una classe di farmaci i cui effetti collaterali sono stati ampiamente studiati, il metamizolo è rimasto disponibile in Italia grazie a una percezione di rischio inferiore rispetto ad altri Paesi europei. Tuttavia, l'aumento delle segnalazioni di effetti avversi ha portato a una riduzione della sua prescrizione."
Non lasciatevi ingannare dalla sua accessibilità: il metamizolo, sebbene comune, richiede un utilizzo con estrema cautela. È fondamentale informarsi e consultare sempre il proprio medico per garantire la sicurezza del trattamento.