Finanze

Northvolt: il colosso europeo delle batterie è crollato

2024-11-24

Autore: Alessandra

Northvolt, uno dei principali produttori di batterie per veicoli elettrici in Europa, ha ufficialmente dichiarato fallimento, segnando il crollo di una delle speranze più importanti per l'industria sostenibile del continente. Questa situazione è rappresentativa di una crisi strutturale molto più ampia che mette a rischio il futuro della filiera energetica europea. Nonostante abbia raccolto oltre 15 miliardi di dollari da investitori di spicco come Volkswagen e Goldman Sachs, Northvolt è stata sopraffatta da debiti insostenibili, incapacità di competere con i giganti asiatici e difficoltà operative, che hanno compromesso contratti miliardari.

Il crollo della gigafactory di Skellefteå non segna solo la fine di un'impresa, ma diventa un simbolo di vulnerabilità sistemica nella corsa europea verso la transizione green. La crisi di Northvolt non era del tutto inaspettata. Già nel nostro articolo del 5 novembre avevamo sottolineato la crescente pressione competitiva da parte di colossi asiatici come CATL e BYD, e la fragilità di una filiera europea eccessivamente dipendente dalla Cina.

Nel 2023, l'azienda ha riportato perdite operative superiori a 1 miliardo di dollari, facendo fatica a bilanciare i costi di produzione con i ricavi. Nonostante l'espansione della fabbrica, ritardi e problemi qualitativi hanno portato BMW a cancellare un contratto da 2 miliardi di euro, contribuendo così al declino dell'azienda. Altre preoccupazioni sorgono ora per la Gigafactory di Termoli, anch'essa minacciata dalla concorrenza cinese.

Il fallimento ha avuto un impatto devastante sugli investitori; Goldman Sachs, secondo azionista con il 19% delle quote, ha svalutato i suoi investimenti di quasi 900 milioni di dollari. Volkswagen, il principale azionista, è tra i creditori più colpiti con una nota convertibile di 355 milioni di dollari. Alla dichiarazione di fallimento, Northvolt aveva solo 30 milioni di dollari in cassa, mentre i debiti ammontavano a 5,8 miliardi.

Questa crisi non è solo una sfida per Northvolt, ma anche un campanello d'allarme per la competitività dell'industria delle batterie in Europa. L'incapacità di competere con costi e capacità produttive asiatiche solleva interrogativi sul futuro della leadership europea nella transizione energetica. Northvolt sta cercando 1,2 miliardi di dollari per ristrutturarsi, evidenziando la necessità impellente di politiche industriali più robuste e di una strategia meno vulnerabile agli shock esterni.

In sintesi, il fallimento di Northvolt rappresenta un segnale d'allerta per l'intero settore europeo, in un momento in cui la globalizzazione e la concorrenza internazionale mettono a dura prova la resilienza della filiera energetica. Sarà fondamentale per l'Europa ripensare le proprie strategie industriali per garantire un futuro sostenibile e competitivo.