Mondo

Perché tanto odio per Israele e tanta comprensione per Putin?

2024-10-06

Autore: Sofia

Caro direttore,

Ho seguito con grande preoccupazione le recenti manifestazioni a Roma a sostegno della Palestina, alcune delle quali hanno purtroppo degenerato in episodi di violenza. È allucinante vedere elogi per il 7 ottobre, tragico giorno di attacchi contro civili israeliani, e paesi come l'Iran, che non sono certo modelli di democrazia. Certamente, i palestinesi hanno diritto a uno stato proprio, esattamente come Israele ha il diritto di esistere. Tuttavia, mi chiedo perché non ci siano manifestazioni altrettanto energiche a favore dell'Ucraina. Questo paese, libero e indipendente, sta affrontando un'aggressione senza precedenti da parte della Russia di Putin, che sta ripetutamente infrangendo le norme internazionali e causando la morte di migliaia di civili. Negare queste verità sarebbe un grave errore.

Perché il fervore mostrato verso i palestinesi non si riflette anche a sostegno degli ucraini? Ci sono forse nazioni di serie A e nazioni di serie B? Questo clamoroso divario nel modo in cui giudichiamo situazioni analoghe è inquietante.

Caro Garanzini,

Le manifestazioni di ammirazione verso il 7 ottobre suscitano indignazione in tutti noi. È inaccettabile glorificare un attacco che ha preso di mira innocenti solo a causa della loro identità. È chiaro che le scelte di Netanyahu e l'assalto a Gaza stanno compromettendo il futuro della pace nella regione. Inoltre, la vera sicurezza per Israele non può essere raggiunta tramite la violenza prolungata e il conflitto acceso.

Esiste un’inspiegabile empatia nei confronti del regime di Putin e delle sue ambizioni espansionistiche. Le colpe degli eventi in Ucraina sono spesso attribuite alla NATO e all'Occidente, mentre per Zelensky si invocano accuse infondate di neo-nazismo, per distorcere la realtà. È sconcertante vedere che la comunità internazionale sembra mostrare una maggiore comprensione per l'aggressore piuttosto che per quelli che subiscono l'aggressione, come dimostrano gli orribili crimini di guerra, tra cui le esecuzioni sommarie di soldati ucraini disarmati. Questo atteggiamento di “due pesi e due misure” deve farci riflettere.

La mancanza di mobilitazione per i civili ucraini vittime della guerra è un segno allarmante della nostra coscienza collettiva. Stiamo perdendo di vista il fatto che ogni vita, sia essa ucraina o israeliana, ha un valore inestimabile. È giunto il momento di riconsiderare le nostre priorità e di protestare contro ogni ingiustizia, onorando ogni vittima, indipendentemente dalla loro nazionalità o religione.