Nei mesi successivi all'inizio del conflitto in Ucraina, l'intelligence americana ha scoperto che all'interno del Cremlino si discuteva seriamente dell'eventualità di un uso delle armi nucleari da parte di Vladimir Putin. Questo inquietante scenario è emerso nel libro 'War' di Bob Woodward, che sarà pubblicato a breve.

Secondo le fonti degli 007 statunitensi, le possibilità che Putin potesse ricorrere alle armi atomiche erano stimate attorno al 50%. Questo ha spinto il presidente Joe Biden a contattare il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, per trasmettere un messaggio chiaro e forte ai russi: gli Stati Uniti avrebbero risposto con veemenza a qualsiasi atto di aggressione nucleare.

In una comunicazione diretta, Biden ha anche messo in guards Putin riguardo alle 'conseguenze catastrofiche' che ne sarebbero derivate. Questo scontro verbale tra le potenze nucleari ha sollevato preoccupazioni globali, facendo suonare un campanello d'allarme tanto a Washington quanto a Mosca.

Un altro aspetto controverso emerso nel libro riguarda il numero di conversazioni telefoniche tra Donald Trump e Vladimir Putin. Woodward afferma che i due leader si sarebbero parlati almeno sette volte da quando Trump ha lasciato la Casa Bianca nel 2021. Tra queste, una conversazione si sarebbe svolta all'inizio del 2024, quando l'ex presidente ha interrotto un incontro con un consigliere per permettere una discussione privata con Putin.

Tuttavia, il Cremlino ha prontamente smentito queste affermazioni. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha categoricamente dichiarato a Rbc che non ci sono state sette conversazioni tra i due, confutando le rivelazioni di Woodward.

In un momento di crescente tensione globale, questi sviluppi pongono interrogativi sul futuro delle relazioni internazionali. La possibilità di un conflitto nucleare non è mai stata così concreta, e il mondo intero osserva con apprensione. Cosa succederà ora? Riuscirà Biden a mantenere la calma in un panorama instabile?