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Resti di Andrew Irvine, scomparso 100 anni fa sull'Everest: il mistero riaffiora dal ghiaccio

2024-10-11

Autore: Giulia

L'Everest, la montagna più alta del mondo, continua a rivelare i suoi segreti, e stavolta lo fa restituendo un frammento della storia al mondo: i resti di Andrew Comyn Irvine, scomparso 100 anni fa. A settembre, un team di esperti del National Geographic, tra cui il rinomato fotografo e regista Jimmy Chin, ha fatto una scoperta sorprendente sul ghiacciaio Central Rongbuk, acclamato per le sue imponenti formazioni di ghiaccio. Durante l'esplorazione, il gruppo ha rinvenuto uno stivale che si è rivelato contenere parti del corpo di Irvine, un'importante testimonianza del tragico destino che l'ha colpito.

La scomparsa di Irvine e del suo compagno di scalata, George Mallory, rimane uno dei più grandi enigmi alpinistici di sempre. I due furono visti per l'ultima volta il 8 giugno 1924, mentre cercavano di conquistare la vetta dell'Everest. Le domande su se siano riusciti a raggiungere la cima prima di sparire nel nulla continuano a perseguitare storici e appassionati di montagna. Se così fosse, avrebbero superato il record stabilito da Tenzing Norgay ed Edmund Hillary di 29 anni.

Dopo il ritrovamento, Chin ha condiviso il significato di questa scoperta con i membri della famiglia di Irvine, in particolare con la pronipote Julie Summers, che ha espresso la sua gratitudine per la ritrovata connessione con il passato della sua famiglia. Attraverso analisi del DNA, la famiglia spera di confermare l'identità dei resti.

Nel corso degli anni, molte teorie sono emerse riguardo al destino di Irvine. Alcuni sostengono che il suo corpo possa essere stato nascosto da scalatori cinesi, ma il ritrovamento dello stivale smentirebbe questa ipotesi. Inoltre, la scoperta ha riacceso l'interesse per la "Mallory Irvine Research Expedition" del 1999, un tentativo di esaminare le circostanze della loro scomparsa.

Lo stivale e i resti sono stati prontamente rimossi e conservati in condizioni adeguate per essere successivamente esaminati dalla China-Tibet Mountaineering Association, l’ente che gestisce le attività sull’Everest. Chin, con grande cautela, non ha voluto rivelare l'esatta posizione del ritrovamento per evitare che cacciatori di trofei rovinino l'area, convinto che l'Everest abbia ancora molto da svelare ai suoi esploratori.