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Rinnovabili in crisi: le politiche del governo Meloni possono portare a un catastrofico stop agli investimenti entro il 2026

2024-10-11

Autore: Chiara

Le recenti politiche del governo Meloni stanno lanciando un vero e proprio allarme nel settore delle energie rinnovabili in Italia, con previsioni cupe che annunciano una crisi imminente nel 2026. Durante l'Italian Renewables Investment Forum 2024, tenutosi a Roma e organizzato da Green Horse Advisory e Althesys, è emerso chiaramente il rischio di una massiccia fuga degli investimenti internazionali.

Un importante banco di prova sarà a fine anno, quando le Regioni dovranno presentare i provvedimenti sulle "aree idonee" all'installazione di impianti rinnovabili. Già si parla di amministrazioni, come quella della Sardegna, che potrebbero introdurre divieti severi, bloccando di fatto lo sviluppo di impianti solari ed eolici su gran parte del loro territorio.

Se ciò dovesse verificarsi, tutto ciò che è stato realizzato negli ultimi cinque anni potrebbe risultare vanificato. Recentemente, il mercato italiano ha recuperato terreno rispetto ad altri Paesi europei grazie a progetti resi possibili da investimenti esteri, ma ora quel progresso è in pericolo.

Attualmente, le rinnovabili in Italia rappresentano solo il 36,8% del fabbisogno elettrico, un obiettivo di "missione impossibile" rispetto al 65% previsto dal Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (Pniec) per il 2030. Paesi come Spagna e Germania, con quote molto elevate, rimangono modelli da emulare, anche se la Francia gode di un vantaggio significativo grazie alla sua produzione nucleare.

Le politiche del governo Meloni sono criticate proprio per il loro potenziale freno agli investimenti, complicando ulteriormente i processi autorizzativi e portando a un rallentamento disastroso che potrebbe manifestarsi già nel 2026. Gli investitori temono che l'attuale quadro normativo renda più complicato e lungo ottenere le necessarie autorizzazioni.

In aggiunta a questo, l'Italia vanta i prezzi dell'energia elettrica più alti d'Europa, aggravati dall'elevata dipendenza dal gas. Molti esperti concordano sul fatto che un incremento significativo delle energie rinnovabili sia la risposta più efficace a questa crisi dei costi per cittadini e imprese.

Al di là della confusione normativa relativa ai decreti sull'Agricoltura e sulle Aree Idonee, si segnala un ritardo nel decreto FER X, che è ancora in fase di discussione con Bruxelles. Anche il Testo Unico Rinnovabili, destinato a semplificare i processi autorizzativi, non offre certezze a chi opera nel settore.

Nonostante le poche note positive, come la pubblicazione dello schema di incentivazione FER 2 e l'annullamento della moratoria della Sardegna, la situazione rimane critica. Senza misure concrete e tempestive, l'Italia rischia di rimanere indietro non solo rispetto al resto d'Europa, ma anche di perdere completamente l'interesse degli investitori internazionali nel settore delle rinnovabili.