Soldati nordcoreani sul fronte russo: la nuova strategia di Putin per contrastare la guerra in Ucraina
2024-12-21
Autore: Marco
Nell'oblast di Kursk, la Russia sta attuando una nuova strategia militare, schierando circa 12 mila soldati nordcoreani per proteggere le proprie truppe dagli attacchi dei droni ucraini. Questo dispiegamento non solo offre supporto alle forze russe, ma permette anche un'avanzata gradualità nella regione, attualmente parzialmente occupata dall'Ucraina. Stando a diverse fonti, i militari nordcoreani sarebbero stati già impiegati in missioni d'assalto, nonostante la loro scarsa esperienza con le armi moderne.
La Russia sembra stia compensando questa mancanza, offrendo oltre 2.000 dollari per ogni soldato nordcoreano, e avviando un trasferimento di tecnologie belliche a Pyongyang per migliorare l'efficienza del loro arsenale. Mentre la Corea del Nord si concentra sul potenziamento dei suoi missili balistici, la cooperazione militare con Mosca diventa sempre più cruciale.
Responsabilità e perdite in campo
La strategia militare adottata da Putin ha destato preoccupazione anche in Occidente. Recentemente, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha segnalato l'arrivo di un «numero significativo» di soldati nordcoreani operativi nell'Oblast di Kursk. Secondo un parlamentare sudcoreano, le truppe nordcoreane avrebbero già subito gravi perdite, con almeno 100 soldati uccisi e oltre 1.200 feriti, evidenziando come la guerra con i droni rappresenti una sfida inaspettata per le forze nordcoreane.
Fino a settembre, l'Ucraina ha riportato una perdita di oltre il 40% del territorio precedentemente guadagnato, mentre le forze russo-nordcoreane continuano a spingere in avanti. John Hardie, vicedirettore del Programma Russia presso la Fondazione per la difesa delle democrazie, sottolinea l'importanza di monitorare se la presenza dei soldati nordcoreani segnerà un cambiamento sostanziale nel conflitto o se sarà solo l'inizio di un monitoraggio più stabilito di truppe nordcoreane nel conflitto russo-ucraino.
Questa nuova alleanza militare potrebbe non solo riassestare gli equilibri di potere nel conflitto in corso, ma anche segnare una svolta decisiva nella geopolitica dell'Asia orientale e dell'Europa orientale, con potenziali implicazioni per la sicurezza globale.