TP-Link in pericolo di ban negli USA: i pericoli dei router vulnerabili
2024-12-18
Autore: Maria
Gli Stati Uniti stanno valutando un possibile divieto di vendita dei router TP-Link, considerati una minaccia per la sicurezza nazionale a causa del loro "insolito grado di vulnerabilità" che li rende facile obiettivo per attacchi informatici. Se il governo americano decidesse di procedere con il blocco, si tratterebbe del divieto più significativo da quello che ha colpito Huawei nel 2019.
Negli USA, TP-Link detiene una fetta di mercato del 65%; i suoi router sono comunemente inclusi nelle offerte degli operatori telefonici, con circa 300 provider che collaborano con l'azienda cinese. Inoltre, questi dispositivi sono utilizzati anche dal Dipartimento della Difesa e da diverse agenzie governative (incluso l'esercito), come riportato dal Wall Street Journal. È evidente che un divieto di vendita avrebbe un impatto notevole sul mercato dei router e sui consumatori americani. La decisione finale appartiene molto probabilmente all'amministrazione Trump, che entrerà in carica all'inizio del 2025.
La questione è emersa a seguito di una ricerca condotta da Microsoft, che ha rivelato come un gruppo di hacker sia riuscito a compromettere numerosi dispositivi di rete, in particolare i router TP-Link, per lanciare attacchi contro istituzioni occidentali. Il WSJ sottolinea che il marchio cinese è frequentemente nel mirino degli hacker a causa di importanti vulnerabilità software che l'azienda non riesce a correggere, continuando a spedire ai consumatori dispositivi affetti da falle di sicurezza. Dalle prime indagini non risulta che TP-Link sia coinvolta negli scandali di spionaggio che hanno interessato Trump e il suo vice, JD Vance.
La società che si occupa della distribuzione di prodotti TP-Link negli Stati Uniti ha dichiarato: "Accogliamo con favore ogni possibilità di interagire con il governo statunitense per dimostrare che le nostre pratiche di sicurezza sono conformi agli standard del settore e per ribadire il nostro impegno nel proteggere il mercato americano, i suoi consumatori e la sicurezza nazionale."
Il portavoce dell'ambasciata cinese a Washington ha commentato che un eventuale divieto è solo una scusa per ostacolare le aziende cinesi, promettendo che la Cina difenderà i suoi interessi con fermezza. La straordinaria crescita della quota di mercato di TP-Link, balzata dal 20% nel 2019 al 65% attuale, sarebbe attribuibile anche al prezzo competitivo dei suoi prodotti, spesso inferiori della metà rispetto a quelli della concorrenza. Per questo motivo, il Dipartimento di Giustizia sta esaminando la possibilità che vi sia stata una violazione delle leggi antitrust mediante la vendita a prezzi sottocosto. TP-Link ha respinto tali accuse, sostenendo di operare nel pieno rispetto delle normative statunitensi.
Attualmente, i router TP-Link sono già vietati nelle istituzioni governative ed educative di Taiwan, e anche in India si stanno esprimendo preoccupazioni riguardo la sicurezza dei prodotti dell'azienda. Negli ultimi mesi, TP-Link ha cercato di distaccarsi dalla Cina, annunciando l'apertura imminente di una sede in California per rafforzare la propria presenza nel mercato statunitense, nel tentativo di migliorare la propria immagine e rispondere alle crescenti critiche. Riuscirà TP-Link a evitare il ban e a mantenere il suo predominio nel mercato? Solo il tempo lo dirà!