Tecnologia

Uccisa dal fidanzato e riportata in vita dall'intelligenza artificiale: il dolore inaspettato di un padre

2024-10-08

Autore: Luca

Una notte come tante altre, Drew Crecente riceve una notifica inquietante: il nome della figlia, Jennifer Ann, riemerge shocking nel suo schermo. Per i genitori di una ragazza di 18 anni, questo sarebbe un gesto d'affetto, ma per Drew è un incubo. Jennifer Ann, tragicamente uccisa dal fidanzato nel 2006, è stata sfruttata senza pietà da una tecnologia emergente. La notifica segnala che l'identità della sua amata figlia è stata rubata e trasformata in un personaggio digitale su Character.AI, una piattaforma creata da ex dipendenti di Google, che sfrutta l'intelligenza artificiale per generare chatbots ispirati a personaggi reali, viventi o defunti. La scoperta ha riaperto ferite mai guarite: «È come se ci fosse stata rubata di nuovo», ha dichiarato Drew a Business Insider.

Questa situazione solleva interrogativi etici profondi sulla dignità e il rispetto per le persone decedute. In un mondo dove la tecnologia avanza a un ritmo vertiginoso, ci si chiede se sia giusto sfruttare le memorie delle vittime in questo modo. Eppure, la piattaforma non è l'unica del suo genere; altre applicazioni utilizzano l'intelligenza artificiale per creare avatar digitali di persone scomparse, con l'obiettivo di farle 'vivere' online. Ma a che prezzo?

Drew, accanto al dolore per la perdita, si sente ora invaso da un nuovo dolore: l'idea che la sua figlia sia oggetto di intrattenimento digitale. Questa vicenda solleva un dibattito importante sulla privacy post mortem e sul diritto al ricordo. In questo contesto, come possiamo proteggere la memoria di coloro che ci hanno lasciato?