Ucraina, le 'Streghe di Bucha': il coraggio delle donne contro la minaccia dei droni russi
2024-11-29
Autore: Giovanni
A oltre mille giorni dall'inizio dell'aggressione militare russa, l'Ucraina continua a combattere con determinazione. Tra le forze di volontariato, emergono le 'Streghe di Bucha', un gruppo di donne provenienti dalla città simbolo delle atrocità commesse dai russi nei primi giorni del conflitto. Queste audaci volontarie, che si addestrano nelle foreste intorno a Kiev, hanno come obiettivo primario quello di abbattere i droni kamikaze Shahed, forniti all'aeronautica militare russa dall'Iran. Questi droni, lanciati quasi ogni notte, rappresentano una minaccia costante, e le 'Streghe di Bucha' affermano che ''la nostra esistenza è in gioco'' e “non possiamo arrenderci.”
Molte di loro hanno perso famiglia: alcuni hanno perso figli e mariti, altri sono lontani, arruolati al fronte. Hanno visto smantellare la loro vita, ma non hanno perso la volontà di combattere per il loro Paese. Una di queste, Tetyana, 41 anni, ha descritto il dramma della sua famiglia, distrutta dalla guerra: suo marito e suo fratello sono stati uccisi, e suo nipote è disperso. Combattere come volontaria le consente di incanalare la sua rabbia e il suo dolore in un’azione concreta.
Le preoccupazioni per una possibile chiusura dei conflitti attraverso negoziati sono palpabili. Molti ucraini temono che una tregua possa dare a Putin il tempo necessario per riorganizzarsi militarmente. Valentina, una donna di 49 anni, condivide questo timore: ''Non ci si può fidare di Putin,'' afferma con risolutezza, sottolineando che ci sono forze in gioco che vanno oltre la semplice diplomazia. Il suo desiderio è che la lotta continui per proteggere la libertà del suo Paese.
Miro Popovich, un veterano ucraino-americano, esprime il senso di urgenza: ''Non possiamo arrenderci, la nostra esistenza è ancora in pericolo''. Nonostante la stanchezza, i volontari nonostante tutto e con coraggio continuano a sostenere che non c’è altra scelta che combattere. Un recente sondaggio Gallup ha rivelato che il 52% degli ucraini desidera la fine del conflitto con negoziati, ma la disillusione cresce ogni giorno.
Sul campo di battaglia, le truppe ucraine si trovano in una posizione difensiva e il morale è basso. Secondo fonti dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, l'Ucraina controlla ancora oltre 770 chilometri quadrati nella regione di Kursk, mentre attacchi aerei nel territorio russo mirano a disorganizzare ulteriormente l'infrastruttura militare nemica. La situazione rimane tesa, con un profondo scetticismo riguardo a qualsiasi negoziato di pace: ''Quando la Russia firma un accordo di cessate il fuoco, è improbabile che questo si traduca in una reale cessazione delle ostilità,'' afferma Keir Giles, esperto di conflitti internazionali. La lotta continua, e le 'Streghe di Bucha' rimangono pronte a difendere il loro Paese con determinazione e coraggio.