Emergenza Migratoria al Confine USA: La Verità Nascosta Dietro l'Ondata di Fuga
2024-11-27
Autore: Sofia
Negli ultimi due mesi, almeno sei carovane migranti hanno lasciato Tapachula, cittadina al confine fra Messico e Guatemala. L'ultima carovana, composta da circa 1500 persone provenienti da paesi come Guatemala, Honduras, El Salvador, Colombia, Venezuela, Haiti, Perù e Ecuador, è partita il 20 novembre. Molti migranti hanno espresso la loro intenzione di arrivare al confine degli Stati Uniti prima che Donald Trump prenda ufficialmente possesso del suo incarico a gennaio. Queste carovane non sono una novità; negli ultimi sei anni se ne sono già organizzate diverse, ma solo quelle iniziali provenienti dall'Honduras alla fine del 2018 e all'inizio del 2019 sono riuscite a raggiungere il confine americano.
Nel mese di ottobre 2020, prima delle elezioni in cui Trump cercava di essere rieletto, si formò una carovana di oltre tremila persone, ma fu bloccata dalle forze di polizia guatemalteche. Nonostante le difficoltà e l'accelerazione delle misure di contenimento dei governi di Messico e Guatemala, che disperdono rapidamente questi gruppi migratori, essi continuano a rappresentare una forma di pressione politica e un chiaro segnale delle politiche repressive attuate in risposta alle richieste degli Stati Uniti.
L'analista Fernando Castro Molina evidenzia che il timore del cambiamento del governo americano, in particolare per le nomine chiave fatte da Trump di Tom Homan e Stephen Miller, sta spingendo i migranti a partire. Homan, ex direttore dell'ICE, ora responsabile della sicurezza dei confini, mira a espellere il 90% dei migranti irregolari, sostenuto dalle dichiarazioni di Trump su un'operazione di deportazione massiccia per fronteggiare l'immigrazione illegale.
D'altra parte, Angel Adrian Huerta Garcia, rappresentante delle Missioni Scalabriniane, sottolinea che la vera causa di questa corsa al confine è la disinformazione. Molti migranti credono di avere maggiori possibilità di ottenere un appuntamento attraverso il sistema CBP One, che semplifica il processo di ingresso negli Stati Uniti. Tuttavia, il sistema è stato descritto da esperti come un “muro informatico” che costringe le persone a viaggiare in località lontane in attesa di un appuntamento.
Molti operatori dei diritti umani affermano che, sebbene Biden non abbia aperto le frontiere completamente, ha almeno offerto alcune opportunità, come il riconoscimento dello stato di rifugiato a una piccola percentuale di richiedenti. Tuttavia, questi benefici sembrano minacciati dal ritorno di politiche più dure sotto Trump, che ha già danneggiato le possibilità di ingresso legale per i migranti provenienti principalmente da Venezuela, Nicaragua e Cuba.
L'approccio dei governi del Messico e del Guatemala, sotto la pressione degli Stati Uniti, ha portato a misure di contenimento severe, caratterizzate da gravi violazioni dei diritti umani. La militarizzazione del Messico e l'operato dell'Istituto nazionale per le migrazioni hanno reso il transito ancora più pericoloso, mentre la criminalità organizzata continua a sfruttare i migranti, perpetrando rapimenti e estorsioni. Questi abusi, ormai all'ordine del giorno, rappresentano una vera emergenza umanitaria che deve essere affrontata con urgenza e serietà dai governi coinvolti.