Sparatoria nella Questura di Trieste: la famiglia Demenego fa causa allo Stato
2024-11-20
Autore: Matteo
La tragica sparatoria avvenuta il 4 ottobre 2019 nella Questura di Trieste ha scosso profondamente la comunità locale e lasciato la famiglia Demenego in un profondo dolore. Alejandro Augusto Stephan Meran, l'uomo ritenuto responsabile della morte dei due agenti, Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, è stato assolto in tutti i gradi di giudizio, suscitando indignazione nella famiglia e nei cittadini.
Il padre di Matteo, Fabio Demenego, ha espresso la sua frustrazione al quotidiano Il Piccolo, dichiarando: "Qualcuno deve assumersi la responsabilità, anche come datore di lavoro. Mio figlio è stato ucciso dentro una Questura con la pistola di un collega". Le affermazioni di Fabio non lasciano spazio a dubbi: la sua famiglia vuole giustizia e ha deciso di citare in giudizio il ministero degli Interni per ottenere chiarimenti su quanto accaduto. La battaglia legale deriva dalla convinzione che vi siano stati errori nel protocollo di sicurezza che hanno portato a questa tragedia.
Alejandro Meran, originario della Repubblica Dominicana, era stato portato in Questura per un presunto furto di un motorino. Il contesto inizialmente apparente, cioè una semplice situazione di polizia, si è tramutato in un incubo quando il giovane, approfittando di un momento di distrazione, ha preso la pistola di un agente, uccidendo due uomini in uniforme e ferendo ulteriormente la sicurezza percepita dalle istituzioni.
I periti che hanno esaminato il suo stato mentale hanno evidenziato gravi patologie, tra cui schizofrenia e delirio persecutorio. Nonostante ciò, la giustizia ha stabilito la sua incapacità di intendere e di volere, portandolo a essere assolto a maggio 2022, e confermando la sua assoluzione in appello ad aprile 2023 e in Cassazione a febbraio 2024.
Attualmente, Meran è stato trasferito in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) per 30 anni, una struttura pensata per la cura e il controllo di individui con patologie psichiatriche gravi.
La famiglia Demenego, pur nel loro profondo dolore, ha dichiarato di non voler arrendersi. "Non possiamo accettare che tutto finisca così – ha affermato Fabio - La nostra intenzione è quella di far luce su quanto accaduto, per giustizia e per la memoria di mio figlio". Questa storia, sconvolgente e straziante, ci ricorda che la lotta per la giustizia è spesso lunga e difficile, ma necessaria.
Restate con noi per ulteriori aggiornamenti sulla causa e sull'impatto che ha avuto sulla comunità di Trieste, una città che si trova ora a fare i conti con la sicurezza all'interno delle proprie istituzioni.