Trump e il Futuro dei Rapporti con la Cina: Previsioni e Conseguenze per l'Europa
2024-11-16
Autore: Sofia
La storia ci insegna che la cooperazione tra Cina e Stati Uniti porta vantaggi reciproci, mentre il confronto provoca solo perdite. Questo è il messaggio chiaro e diretto che il presidente cinese Xi Jinping ha rivolto a Donald Trump, un ammonimento piuttosto che un augurio di successo elettorale. Con il suo imminente ritorno alla Casa Bianca, Trump sembra pronto a rispondere con misure drastiche, tra cui l'introduzione di dazi doganali fino al 60% sul Made in China e altre restrizioni commerciali, aggravando ulteriormente le tensioni avviate dalla strategia dell'ex presidente Biden, volta a contenere l'influenza cinese. Tuttavia, l'imprevedibilità di Trump e la sua disposta a negoziare potrebbero presentare opportunità per Pechino, che si sente sempre più disillusa riguardo al futuro delle relazioni con gli Stati Uniti.
L'economista Zeno Leoni, esperto in studi strategici, evidenzia come Trump possa rendere il secondo mandato ancora più turbolento per la Cina, già vessata da una bolla immobiliare e dal crescente debito delle amministrazioni locali. Tuttavia, Pechino ha investito enormemente nella sua autosufficienza, specialmente nel settore tecnologico, per affrontare non solo le sfide interne ma anche quelle esterne.
Nel discorso per il 75° anniversario della Repubblica Popolare, Xi ha menzionato "mari agitati" all'orizzonte, sottolineando l'incertezza delle relazioni internazionali. La Cina, pur volendo evitare ulteriori restrizioni, potrebbe cercare di guadagnare tempo e sperare in un'escalation di tensione meno dannosa nei prossimi anni. È evidente che il mercato interno rimane un motore cruciale nella strategia di autosufficienza a lungo termine.
Sul piano diplomatico, l'America First di Trump non farebbe altro che aggravare le relazioni con gli alleati asiatici, specialmente alla luce delle sue recenti dichiarazioni su Taiwan. Se Trump decidesse, come minacciato, di ridurre il supporto militare a Taipei, potrebbe creare un'opportunità per Pechino, ma anche un conflitto potenzialmente devastante per l'equilibrio regionale.
Parlando di previsioni, il presidente pare propenso a seguire una strategia jacksoniana, che punterebbe a un impegno cauto e selettivo. Tuttavia, mentre Trump rischia di alienare alcuni alleati, non potrà evitare di affrontare la questione cinese, poiché c'è un ampio consenso bipartisan negli Stati Uniti sulla necessità di una linea durissima verso Pechino.
Le tensioni con l'Europa potrebbero peggiorare, specialmente potrebbero ingenerarsi malintesi sull'atteggiamento di Trump verso la Russia. La chiara messaggistica di Trump nei confronti di Putin e la sua promessa di risolvere il conflitto in Ucraina in tempi record pongono interrogativi sulle relazioni futuro tra Washington e Mosca, un'alleanza che, se dovesse emergere, incomberebbe come una seria minaccia per la Cina.
In merito ai rapporti tra Cina e Unione Europea, le recenti tensioni legate ai diritti umani in Xinjiang, alla gestione della pandemia e alle strategie geopolitiche della Cina in risposta alla guerra in Ucraina rendono difficile un disgelo. L'Europa è spaccata: alcuni Stati stanno chiaramente dalla parte di Washington, creando divisioni in un contesto globale già complicato.
Infine, l'amministrazione Trump 2.0 potrebbe condurre a un disimpegno dagli accordi internazionali, rafforzando la posizione della Cina come "player responsabile" nello scenario globale, un'immagine in netto contrasto con quella di potenza egemonica che spesso le viene attribuita. La situazione è complessa: mentre la Cina potrebbe desiderare di non affrontare l'onere del ruolo di leader globale, lascia comunque aperta la possibilità di esercitare una discreta influenza in ambiti cruciali come il cambiamento climatico e la sicurezza internazionale. È fondamentale, quindi, comprendere come questi fenomeni influenzeranno le relazioni tra Pechino e Washington nei prossimi anni.