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Un automobilista italiano distrugge un autovelox in Svizzera: la follia di un 41enne

2024-12-12

Autore: Giulia

Un automobilista italiano distrugge un autovelox in Svizzera

La strada è un luogo di regole, ma non tutti sono disposti a rispettarle. In quest'ottica, gli autovelox sono diventati strumenti controversi: se da un lato servono a monitorare il rispetto dei limiti di velocità, dall'altro possono generare una sorta di malcontento tra gli automobilisti, accusati di essere vessati per fare "cassa". Negli anni, diversi Comuni sono stati criticati per posizionare questi dispositivi in luoghi strategici, dove le infrazioni sarebbero inevitabili.

Recentemente, un evento clamoroso ha stravolto la tranquillità della Svizzera: un automobilista italiano a 41 anni ha distrutto a martellate un autovelox sulla A2. L'incidente è avvenuto l'8 dicembre nei pressi di Moleno, dov'è ubicato un radar semi stazionario. Il protagonista, infastidito dal fatto che il dispositivo lo avesse immortalato mentre superava il limite di velocità, ha deciso di agire in modo decisamente violento.

La Polizia del Canton Ticino è intervenuta rapidamente e ha rintracciato l'uomo a Biasca, mentre era alla guida di un'auto nonostante avesse un divieto di transito in Svizzera. I danni all'autovelox sono stati stimati in circa 3mila euro, e ora l'individuo dovrà fronteggiare accusa di gravi infrazioni, tra cui danneggiamento, inattitudine alla guida e guida senza autorizzazione.

Questa storia, che ha dell'assurdo, ha sollevato un acceso dibattito sui limiti della legge e sulle maniere in cui alcune persone reagiscono alle sanzioni. Se da un lato la protezione dei limiti di velocità è fondamentale per la sicurezza stradale, dall'altro è preoccupante vedere come alcuni possano arrivare a gesti estremi pur di sfuggire alle conseguenze delle proprie azioni. Riflessioni e interrogativi si moltiplicano: cosa spinge un uomo a distruggere un autovelox? Sarà l'inevitabilità delle multe, il senso di insoddisfazione verso l'autorità o una mera follia?

Il caso di questo automobilista italiano, etichettato dalla stampa come "il caso Fleximan", serve da monito: il rispetto delle regole stradali non è solo un dovere, ma un modo per garantire la sicurezza di tutti. La vera follia sarebbe ignorarlo.