Salute

Un Calciatore Che Rompe il Silenzio sulla Salute Mentale: La Storia di Robin Gosens

2024-09-26

Mercoledì 25 settembre, il media sportivo Cronache di spogliatoio ha rilasciato un'intervista esclusiva su YouTube con Robin Gosens, il calciatore tedesco della Fiorentina, che ha scosso il mondo del calcio. In questa intervista di quasi 45 minuti, Gosens ha trattato temi profondi come la psicologia, il benessere e la salute mentale, argomenti che nel panorama calcistico italiano rimangono ancora poco esplorati. Non è da tutti i calciatori avere il coraggio di aprirsi e parlare di questioni così intime, specialmente in un ambiente dove si tende a considerare la vulnerabilità come un segno di debolezza.

Gosens, che da anni è seguito da una psicoterapeuta e ha conseguito una laurea in Psicologia, ha enfatizzato che nel calcio i problemi mentali sono spesso considerati un tabù. "Molti calciatori e persone scelgono di non parlarne, ciò che è la cosa peggiore che possano fare". Ha chiarito che, anche se i calciatori godono di privilegi economici, possono comunque affrontare difficoltà familiari e mentali. La salute, secondo lui, non è qualcosa che si possa semplicemente 'comprare'.

L'intervista di Gosens è stata pionieristica per il panorama calcistico italiano; nessun calciatore aveva mai parlato in modo così aperto e competente su questi temi prima d'ora. Ha evidenziato che la pressione e le aspettative sui giocatori sono cresciute esponenzialmente, rendendo difficile gestire le critiche senza un supporto adeguato. Per questo motivo, ha sostenuto l'importanza di avere psicologi nelle squadre di calcio, capaci di aiutare i giocatori ad affrontare le proprie emozioni.

La questione della salute mentale nello sport non è nuova, ma sta iniziando a guadagnare attenzione. L'ex calciatore inglese Clarke Carlisle, che ha aperto il dibattito sulla depressione tra i calciatori, ha descritto il calciatore come un "bene" per il club, il che può portare a un profondo stress e una mancanza di autenticità.

Negli ultimi anni, diverse squadre, tra cui quelle delle giovanili, hanno iniziato a introdurre supporto psicologico per affrontare le ansie e le pressioni a cui i giovani calciatori sono esposti. Gosens ha sottolineato che i giovani devono avere la libertà di crescere e di commettere errori, un diritto spesso negato per via dell'alta competitività.

Il calciatore ha anche fatto riferimento alla cultura della mascolinità tossica, che penalizza la vulnerabilità nel calcio. Ha condiviso un momento personale toccante, raccontando di quanto sia stato sconvolgente non essere convocato per gli Europei: "Ho pianto, perché essere escluso era un sogno frantumato".

In Italia, l'Associazione Italiana Calciatori e la Lega Pro hanno avviato iniziative per promuovere la salute mentale tra i professionisti, e la FIGC sta formando psicologi per il calcio. Tuttavia, il dibattito pubblicamente è ancora in fase embrionale e spesso limitato a conversazioni superficiali.

L'intervista di Gosens si colloca in un contesto mondiale dove la salute mentale degli atleti è diventata una questione urgente, con calciatori come Dele Alli che hanno condiviso le proprie esperienze, contribuendo a sdoganare il tema. Tuttavia, in Italia, gran parte dei media si è concentrata su aspetti sensazionalistici delle storie piuttosto che su un'analisi seria del problema.

Le parole di Gosens, che raramente si sentono nella nostra cultura calcistica, sono un invito a tutti noi: "Non siamo solo calciatori, siamo esseri umani, con le nostre fragilità e problemi". È ora di rompere il tabù e dare la salute mentale la priorità che merita anche nel mondo del calcio.