Nazionale

Vaticano Sfratta Anziana: "Me ne vado solo da morta!" La lotta per un tetto

2024-11-21

Autore: Marco

"Io da qui non mi muovo, solo da cadavere!" grida Anna, 65 anni, fragile e disperata, all'esterno del suo appartamento che occupa dal 1993 in via del Gonfalone, nel centro di Roma. La sua casa, di proprietà del Capitolo di San Pietro, è ora al centro di una battaglia legale dopo che le autorità hanno avviato un procedimento di sfratto.

Mentre Papa Francesco si appella in favore dei bisognosi, il Vaticano decide di eseguire sfratti su persone vulnerabili come Anna. Oggi, giovedì 21 novembre, si è tenuto un sit-in di protesta organizzato dall'Unione inquilini e Rifondazione comunista. "Il Papa chiede sostegno per i poveri, mentre qui assistiamo a una situazione inaccettabile", ha affermato Silvia Paoluzzi, segretaria nazionale dell'Unione inquilini. La situazione è ancor più surreale considerando l'approssimarsi del Giubileo, un periodo di riflessione e carità.

Anna ha investito 150 milioni nelle ristrutturazioni della sua casa, convinta di avere un accordo sicuro per il futuro, documentato in una lettera di Monsignor Salvatore Delogu del 1993. Tuttavia, il contratto non fu rinnovato e ora lei paga un affitto concordato, spesso fonte di preoccupazione dato che vive con risorse limitate mentre cerca un alloggio popolare, senza successi.

I diritti degli inquilini sono messi a dura prova, e la tensione è palpabile. Intorno alle dieci, l'ufficiale giudiziario ha tentato di eseguire lo sfratto, ma grazie a un acceso dibattito, il rinvio è stato fissato per il 17 febbraio. Tuttavia, la Paoluzzi avverte che "tre mesi non sono sufficienti" e chiede un incontro con il Vaticano per trovare una soluzione dignitosa per Anna, che rappresenta molte altre persone in condizioni simili.

In solidarietà, Giuseppe Lobefaro, consigliere comunale, ha definito la situazione come "clamorosa", sottolineando l'urgente necessità di trovare soluzioni per le persone in difficoltà abitativa, in un periodo in cui la solidarietà dovrebbe prevalere e il Vaticano, simbolo di carità, dovrebbe dare l'esempio. Questo caso, oltre a essere un dramma umano, solleva interrogativi sul contrasto tra il messaggio di una Chiesa di carità e le sue azioni nei confronti di chi ha più bisogno.